martedì, maggio 31

Un addio non è altro che un arrivederci per un periodo più lungo

Eccoci di ritorno cari lettori! Era da un po' che non scrivevamo, ma ora siamo qui di nuovo.
Questo è un anno in cui sono successe, finora, molte cose. Tra le altre, le più brutte: abbiamo dovuto dare l'estremo saluto a Olly e, recentemente, a mia nonna. Esatto. Vi ricordate l'anziana signora che lo scorso agosto abbiamo festeggiato con una bella crostata che celebrava i suoi 90 anni? Ci ha lasciato poco fa, e lo ha fatto serenamente: questa è una consolazione grossa per noi, che le eravamo tanto attaccati. Ma, come avrete capito dal titolo del post, non voglio parlare solo dei nostri cari defunti. Nonostante il dolore per la perdita di mia nonna, che mi ha impossibilitato a scrivere per un bel po' su questo blog, so che un giorno, in un'altra vita, o nel territorio dove è sempre estate, ci rivedremo. E questo mi ha aiutato anche a superare la sofferenza di non poterla più avere al mio fianco. La vita continua, come si dice; ed è vero.
Continua...con un altro addio, che è un arrivederci per un anno: Debora, la mia migliore amica, partirà agli inizi di agosto per l'Inghilterra, dove vivrà per 365 lunghi giorni. Io e Moreno partiremo con lei, approfittando per farci una piccola vacanza di qualche giorno, così potrò stare ancora un po' con lei e rubare dei giorni a quel periodo di tempo che ora mi sembra tanto lungo. Certo, ci potremo sentire su Skype e per e-mail, ma non sarà sicuramente la stessa cosa. Vi terremo aggiornati...e naturalmente posteremo alcune delle più belle foto del viaggio!

Altra comunicazione, questa volta di servizio: avevamo parlato di moda, ricordate? Beh, con tanto parlare mi è venuta voglia di passare ai fatti! ;) Ho aperto, infatti, un blog che documenterà scrupolosamente il mio stile (Moreno è il fotografo ufficiale!). Così vedrete con i vostri occhi quello che cercavo di spiegare nei precedenti post. Se volete, andate a vederlo cliccando qui!

Un abbraccio a tutti, carissimi!
Giulia

mercoledì, maggio 18

Pubblicità e messaggi

Buongiorno a tutti! Ultimamente sono piuttosto polemica (e quando non lo sei, mi direste voi a ragione!), e ho sfogato questa mia vena soprattutto per quanto riguarda gli spot che vengono trasmessi al cinema e alla tv. Ci sono molte pubblicità che mi danno veramente sui nervi, per un motivo o per l'altro, ma quella che mi ha fatto di più storcere il naso è una in particolare: sto parlando dello spot che la Heineken ha lanciato ultimamente.



Attualmente è trasmesso in tv in forma ancora più ridotta, ma penso che la riconoscerete: tipo con faccia da schiaffi? Cèlo. Festaccia che aspetta solo lui? Cèlo. Stereotipi vari? Cèlo. Musichetta che ti entra in testa senza bussare? Cèlo. Motto finale inappropriato? Cèlo, cèlo.
Dunque, ora che avete capito bene di cosa sto parlando, analizziamo assieme la pubblicità, vi va?
Partiamo dalla mera descrizione di ciò che vediamo nel video: un tipo ben vestito entra in un locale super cool e già dalla sua entrata si capisce che anche lui è super cool (io direi super CUL ma vabbé): gli aprono le porte quasi fosse un vip, conosce tutti e con tutti è popolare, dal texano all'indiano, dall'artista marziale all'ufficiale dell'esercito pluridecorato e senza un occhio; dopo aver salutato tutti mettendosi in bella mostra va dalla cantante e si aggiunge alla band, inserendo nella canzone un riff di flauto traverso (???). Solo allora il signore accetta la birra che il cameriere gli porge e la alza in aria mentre sotto di lui tutti fanno baldoria e ballano allegramente. Poco dopo appare il logo e il nome della birra, accompagnati dal motto: "Open your world".
E fin qui niente di nuovo sotto il sole. Ma analizziamo quello che vediamo una volta tanto, vi va? Io qui ci vedo un messaggio sbagliato e fallace, e vi spiegherò il perché: tutto, chiaramente, si svolge attorno a un personaggio, diciamo pure un uomo, che beve birra di quella marca; questo si capisce perché all'inizio quasi dello spot gli offrono dello champagne e lo scansa, a favore della birra...che però non riesce a prendere perché deve salutare tutti i suoi amiconi. Quindi, un uomo che beve solo quella birra, e non altro, grazie. Fin qui non ci vedo nulla di male, anche perché in fin dei conti è uno spot, e deve pubblicizzare il prodotto, ma il messaggio che ci arriva alla fine del video è pressapoco questo: lui è cool perché beve quella birra; quella particolare marca di birra ti fa "aprire il tuo mondo", rendendoti popolare agli occhi della gente più svariata; senza la sua birra, probabilmente quel tipo con la faccia da schiaffi starebbe chiuso nella sua cameretta tutto solo senza nemmeno un amico; bere quella birra ti fa figo agli occhi di chi ti circonda.
Capite anche voi che qui sto esagerando un pochino e portando all'estremo il messaggio che la pubblicità dà, ma...siamo sicuri che certa gente non interpreti lo spot proprio così? Con "certa gente", ovviamente, intendo soprattutto gli adolescenti e minorenni (due termini che, oggi come oggi, non sempre designano la stessa categoria di persone): questo spot è infatti proiettato nei cinema prima della proiezione, oltre che in quasi tutte le reti tv a quasi tutte le ore. Adolescenti e minorenni non hanno la capacità (o, almeno, non tutti) di pensare: questo è solo uno spot, non è la realtà, devo stare bene attento e non credere a tutto quello che mi viene detto; questo perché quella è un'età difficile e problematica e difficilmente quando si è annegati in quegli anni si riesce a pensare con la propria testa (ringraziamo il cielo che ci sono le eccezioni che confermano la regola); quindi, se mi seguite, un ragazzino di quell'età è spesso insicuro e vedendo uno spot così potrebbe pensare: bene, per superare la mia insicurezza e farmi degli amici/rimorchiare ragazze/etc etc. devo bere quella birra! Facile, no?
Ma facile un corno!!!
Oltre a ciò, cioè instillare nei ragazzini idee che sono sbagliate alla radice e che vanno contro la legge, il motto è inequivocabile: open your world. Come a dire: bevi, bevi, idiota caro, che così potrai rimorchare, oltre che le connazionali, anche la bellezza esotica che tanto ti attira! Vedrai, facendola ridere e divertire ce l'avrai in pugno! ...peccato che la bellezza in questione ride di te, perché sei troppo ubriaco di birra Heineken per riuscire a formulare una frase come si deve.
Giulia

lunedì, maggio 9

Piadina al Kamut

Ciao a tutti! Avete passato bene il fine settimana? Speriamo proprio di si! Di sicuro il tempo è stato clemente, e le giornate di sabato e domenica davvero molto calde e belle.
Domenica la voglia di una merenda salata era tanta, e in casa mancava il lievito...che si fa quindi? Ma ci si butta sulla piadina! Facile e veloce da preparare, si presta a ospitare davvero qualunque ripieno possa venirvi in mente..
Io già che ci sono, ho colto l'occasione per usare la farina di grano Kamut, o Khorasan che dir si voglia. E' una farina molto molto saporita a differenza della normale farina di grano, ed è anche molto più ricca di elementi nutritivi come proteine, minerali e selenio. Questa sua ricchezza deriva dalla sua purezza: è infatti una varietà di grano che ha sulle spalle migliaia di anni, era infatti utilizzata nell'antico Egitto. Poi piano piano è stato sostituito dal grano comune, molto più facile da coltivare, finchè negli anni 70 l'americano Quinn ha iniziato la sua produzione commerciale diffondendolo nuovamente, e dandogli il nome che conosciamo. (Il nome Kamut, infatti, è un 'marchio riservato': se la specie di grano Kamut è liberamente coltivabile e vendibile, non può essere però chiamata Kamut).
E' carina anche la 'storia', molto leggenda moderna, della sua riscoperta: sarebbe stato infatti il figlio di Quinn, pilota dell'aviazione americana, a trovare nel dopoguerra in una tomba egizia dei chicchi di questo particolare grano, che poi avrebbe spedito al padre.
La motivazione che invece ha spinto me a provare è stata molto più terra terra; avevo voglia di una piadina un po' diversa :P

Ingredienti 4 piadine piccole ( circa 18 cm );

250 g farina Kamut™;
35 g di grassi, io ho usato olio di semi di girasole( spremitura a freddo mi raccomando!) ma
potete anche usare lo strutto;
160 ml di latte freddo;
1 g di bicarbonato;
5 g di sale fino;


Per prima cosa impastiamo per bene gli ingredienti, prima in una terrina per amalgamarli e poi sul piano da lavoro.All'inizio tenderà ad essere appiccicoso e non omogeneo, ma poi impastandolo un po' diverrà più facile da lavorare. L'impasto non raggiunge la consistenza solita, ma io lo trovo lo stesso un'impasto molto bello! Dopo averlo lavorato bene una decina di minuti, avvogliamolo con pellicola e lasciamolo riposare una mezz'oretta in frigo.
Facciamone poi 4 parti,e col matterello stiriamole sul piano infarinatofino ad uno spessore di circa 2 mm, cercando di conservare una forma tondeggiante.
Se avete un testo in ghisa, beati voi! Sennò fate come me e accontentatevi di una padella abbastanza larga. Fatela scaldare, poi metteteci sopra la piadina.

Con la forchetta fate dei buchini, così il calore arriverà presto anche all'interno, visto che la cottura durerà pochi minuti per lato.


Sempre usando la stessa forchetta, appiattite le eventuali bolle.

Quando ha questa bella tostatura, giriamola con un movimento lesto di polso o con l'aiuto della forchetta.Dopo qualche minuto anche sul secondo lato, mettiamola su un piatto e guarniamola come meglio crediamo. Io ho usato quello che avevo in casa: Sottilette tigre, prosciutto cotto e lattughina.
Tagliate a metà, stappate una buona birra bionda e.... Buon appetito!

Ciao Ragassuoli, buona settimana!

Moreno

venerdì, maggio 6

La storia del rock, plain & simple

Ultimamente su Rai5 mi è capitato di guardare un interessante documentario intitolato "Le 7 vite del rock" che in un po' di puntate percorre la storia di questo eclettico genere, partendo dal blues e arrivando all'indie rock. Lo consiglierei a tutti gli amanti della musica, non solo perché in questo modo, magari, si possono (ri)scoprire delle canzoni fantastiche, ma anche perché ogni puntata contiene video dell'epoca rari da trovare e interviste imperdibili ai protagonisti di quel momento. E' inutile dire che i documentari rivisitano solo le pietre miliari della musica recente (dagli anni '60 ai giorni nostri), ma come lamentarsi? Secondo me lo staff della BBC, che ha prodotto le puntate e per prima le ha trasmesse, ha fatto un ottimo lavoro.
Sperando quindi che possa interessare anche a voi, vi cito le canzoni- simbolo della prima puntata, intitolata "Le Origini". Per ovvi motivi non ho potuto mettere un video per ogni canzone, ma solo per alcune. Se vi interessano anche le altre, potrete farne una playlist, come sto meditando io di fare.
Buon ascolto!

John Lee Hooker - Boom boom
Howlin' Wolf - Spoonful
Rolling Stones - Not fade away
Rolling stones - Around and around
The Yardbirds - For your love
Rolling Stones - The last time
Rolling stones - (I can't get no) Satisfaction


The Kinks - You really got me
The Who - I can't explain
The Who - My generation


Bob Dylan - House of the rising sun
Bob Dylan - Like a rolling stone


The Cream - I feel free
The Cream - Crossroads
The Cream - Sunshine of your love


Rolling stones - Gimme shelter
Rolling stones - Sympathy for the devil
Rolling stones - You can't always get what you want

Io al momento sono totalmente ossessionata da My Generation degli Who: mi fa impazzire quando balbetta, soprattutto quando dice "Why don't you all f-f-f-fade away"! Whaaa!! :) Non riesco a smettere di ascoltarla.
E voi? Da quale canzone siete più presi in questo momento?
Ah, dimenticavo: qui il sito di History Channel, dove hanno trasmesso il documentario; qui la pagina ad esso dedicata da Wikipedia.

A presto!
Giulia
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